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Città Privata Balloon Project

Scritto da rosalvacontrino on . Postato in Filosofia dell'arredamento

balloon creation cucina della nonna
Per la rubrica dedicata alle persone di Cucine della Nonna, questo mese abbiamo deciso di intervistare alcuni componenti del collettivo Balloon Project.
Balloon, progetto nato nel 2012 da un’idea dell’artista Giuseppe Mendolia Callela, della curatrice Valentina Lucia Barbagallo e del graphic designer Fabrizio Cosenza, è una piattaforma di studio e analisi dell’arte contemporanea e dei processi creativi con una particolare attenzione per l’editoria indipendente e i progetti d’arte relazionale. Visita questo link per visionare i risultati della residenza: http://www.b-a-l-l-o-o-n.it/citta-privata/ 

Cos’è “Città Privata”? Quando e com’è nata l’idea del progetto?
“Città privata” è il titolo scelto per la projectroom di taglio relazionale che noi del collettivo Balloon Project abbiamo realizzato presso Farm Cultural Park di Favara. Durante i giorni di residenza (dal 2 all’8 settembre 2013) abbiamo condotto uno studio sui flussi migratori endogeni ed esogeni di Favara, intervistando i “vecchi” e “nuovi” favaresi e analizzando le “sedimentazioni” architettoniche della città.
Il titolo ha un duplice significato che allude a “privata” inteso come contrario di “pubblica” e sinonimo di “senza” “mancanza”. Favara è una città “privata”: privata di un’estetica coerente; privata inteso come contrario di città “pubblica” nel modo di gestire il territorio; privata, nel senso di priva della sua gioventù, del suo futuro, di quella linfa vitale necessaria per risollevarla dalle conseguenze a cui il lento deterioramento umano e naturale (terremoti, ecc) l’ha ridotta, travolgendo anche quel poco della vecchia koinè favarese superstite e lasciando in piedi solo le macerie di cemento delle "nuove Favare", delle piccole monadi che compongono oggi, Favara.
La città di Favara racchiude in sé questa forma di dualità, da una parte abbiamo la privazione come mancanze (di servizi e facilitazioni per il vivere comune) dell’altra abbiamo la sfera privata molto viva che quasi stride con la cosa pubblica. Questa caratteristica, ovvero, il prevalere della dimensione privata è presente in tutta la Sicilia e nelle zone meridionali italiane ma a Favara pare essere molto accentuata e quasi emblematica: vi è la tendenza a prestare molta cura alla dimensione privata mentre ciò che è di tutti è trascurato. Dal punto di vista visivo questa contraddizione è molto forte: troviamo facciate scarne e interni pieni di mobili, suppellettili d’arredo. Vi è, in generale, una forte dicotomia fra pubblico e privato. È come se la cosa privata si dovesse proteggere in quanto propria; quella pubblica no perché di tutti e dunque di nessuno.
Questa visione coincide con i flussi migratori presi in esame proprio durante la residenza.

Chi sono gli artisti e curatori coinvolti nel progetto?
I curatori del progetto sono gli stessi membri del collettivo Balloon: Giuseppe Mendolia Calella, Salvatore Davì, Giulia Crisci e Valentina Barbagallo. Durante questa residenza abbiamo deciso di coinvolgere gli artisti locali, Carmelo Nicotra, Lisa Wade, Vanessa Alessi, Luca Cinquemani, grazie alla loro conoscenza del territorio e delle persone, si è creato uno scambio di vedute, fra quello che loro vivono quotidianamente e quello che noi abbiamo osservato. È stato un progetto di natura relazionale fra noi e gli artisti locali e fra noi e i cittadini che abbiamo intervistato. Un altro supporto al progetto è stato dato da Fabrizio Cosenza grafico e cofondatore di Balloon e da Luca Bruccoleri neo-laureato in disegno industriale che si è occupato insieme a Fabrizio della parte grafica del progetto.
Qual è il messaggio che avete voluto trasmettere con il vostro progetto?
Il nostro progetto, più che lanciare un messaggio, vuole essere una riflessione sulla storia della città di Favara, sulle persone che la animano e sulle architetture che la connotano.
 
Cosa vi ha lasciato questa esperienza?
In una settimana abbiamo incontrato molte persone che ci hanno raccontato le loro storie, aiutandoci così a ri-costruire la storia di Favara, del suo mutamento… I vuoti e i pieni delle architetture venivano colmati o scavati dalle parole di chi è partito, di chi è rimasto, di chi è tornato, di chi è approdato, di chi ha scelto Favara… Oltre agli innumerevoli spunti per approfondire certi studi di natura sociale, sociologica, antropologica, questa esperienza ci ha lasciato tantissimo dal punto di vista umano….

Avete intenzione di fare altri progetti su Favara?
Sì, il progetto “Città privata”, si articola in due fasi: una teorica di studio e conoscenza territoriale e sociale della città che abbiamo già realizzato a settembre durante la settimana di residenza presso Farm Cultural Park; una pratica in cui gli artisti Vanessa Alessi, Luca Cinquemani, Carmelo Nicotra, Lisa Wade invitati dal collettivo Balloon Project realizzeranno un intervento urbano temporaneo o permanente. Stiamo già lavorando a questa seconda fase e non vi anticipiamo altro…