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Intervista a Andrea Bartoli

Scritto da rosalvacontrino on . Postato in Filosofia dell'arredamento

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Chi è Andrea Bartoli?
Sono una persona normale, sono un professionista non più giovane con la fortuna di pensare in maniera libera e di fare un progetto folle per perseguire i miei sogni.

Ci spieghi brevemente cos’è la FARM?
La Farm è un centro culturale, un progetto che nasce con la finalità di mettere insieme: l’arte e la cultura del contemporaneo, per dare futuro a un posto che non ha present
Ci sono delle startup collegate al progetto FARM?
Ancora no, ma stiamo cercando di lavorare in questa direzione, prossimamente con la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Catania organizzeremo degli incontri che avranno l’obiettivo di sviluppare un progetto di pianificazione strategica del nostro territorio per immaginare delle possibili Start up che potrebbero nascere a Favara.

Crede nelle startup e come pensa possano superare le difficoltà di avvio iniziale?
Credo di sì, ma penso anche che ci sia troppo ottimismo. È difficile lavorare in Italia per creare una start up e riuscire a mantenersi nella legalità. Riuscire a mettere su un’impresa è molto complesso intorno alle start up c’è molto entusiasmo ma anche tanta ipocrisia, mancano misure oggettive e ruoli che consentano ai giovani di poter sviluppare e far crescere la loro idea progettuale.

Sa che a Favara è nata una nuova start-up innovativa sugli arredi, Escooh srl? Quali valori deve incorporare in se una startup siciliana?
Sì, sono molto fiducioso. La figura di Antonio di coordinatore e imprenditore è assolutamente valida e professionale. La sicilianità è un valore molto forte e riconosciuto a livello mondiale anche nei suoi aspetti negativi, tuttavia non si riesce a fare valore del nostro essere siciliano, ma molto spesso si fa solo folclore. L’unico brand siciliano fortissimo che riesce a sfruttare la sicilianità come valore da esportare nel mondo è Dolce Gabbana. Sono curioso di vedere l’evoluzione di questa start up, è un progetto ambizioso e difficile ma credo che grazie alla professionalità di chi ci lavora non sia impossibile.

Cosa significa per lei arredare?
Per me arredare significa costruire un luogo che abbia un’identità forte che non ti lascia indifferente e che sia confortevole e rispecchi il proprio stile di vita.

Quali sono i modelli cui s’ispira?
Più che a uno stile mi affido a delle suggestioni. Ad esempio lo spazio Nero della Farm è un’idea pensata da me e mia moglie Florinda. È un’innovazione nella funzione d’uso tradizionale di una cucina, nasce come uno spazio performativo per creativi legati alla cucina. Per crearlo abbiamo preso come ispirazione il Mama Shelter di Parigi di Philp Starck.

Come pensa debbano essere arredate le case del centro storico? Pensa che i principi dell’architettura organica applicata agli arredi possa essere?
Dipende dai gusti delle persone che lo abitano, non c’è uno stile che vada bene per tutti. Noi per arredare i sette Cortlli, abbiamo usato un linguaggio contemporaneo in linea con i nostri gusti personali in fatto d’arredamento, cercando di valorizzare il passato senza essere scontati. Sì, credo che i principi di architettura organica possono essere applicati anche alle case del centro storico.